"he was young, handsome, a millionaire, and he'd just pulled off the perfect crime!"

martedì 27 novembre 2007

il film preferito di john lennon

in the meantime continua il viaggio nel deserto dei crownicles. si torna indietro: al 1970. fino alla talpa (el topo) di alejandro jodorowski, grazie al recupero in dvd in versione integrale ad opera dei tipi di raro video. che ancora una volta rendono visibile ciò che fino a qualche anno fa era solo leggenda.


ancora una volta un western, l'ennesima variante. e ancora una volta è chiara la lezione dei maestri. su tutti sergio leone, ma lo sguardo del mago verso il cinema italiano non si limita agli spaghetti e si spinge fino a fellini, strizzando l'occhio all'inglese todd browning e ai suoi freaks.


El topo è, come afferma lo stesso regista,
un santo senza Dio, un santo laico come il miglior rivoluzionario possibile, il messia del west


è lo stesso jodorowski a vestire i panni del protagonista, un pistolero di nero vestito ispirato a django per sua stessa ammissione. è un percorso iniziatico il suo, che lo porterà a sfidare i quattro grandi maestri fino a diventare il migliore di tutti. il film prosegue , surreale e dissacrante, come un viaggio mistico, un' ascesa messianica divisa in capitoli e densa di citazioni a volte inestricabili.
genesi, profeti, salmi, e apocalisse. sciamanico.



"Tu spari per trovarti, io lo faccio per sparire. La perfezione è perdersi e per perdersi bisogna amare. Tu non ami. Tu distruggi, uccidi e nessuno ti ama. Perché quando credi di dare, in realtà stai prendendo"

il film preferito di john lennon, che ne favorì la distribuzione in inghilterra.

John Lennon once said director Alejandro Jodorowski's El Topo was his favorite film and convinced his manager, Allen Klein, to buy it. Klein loved El Topo so much he didn't let anyone else to see it. In an interview with Roger Ebert in 1990, Jodorowsky said Klein told him, "El Topo is like wine, all the time it gets better. I am waiting until you die, and then I am going to have a fortune."

un film imperfetto e rivoluzionario, un film da vedere, che deve il suo successo alle proiezioni di mezzanotte nelle sale newyorkesi all'inizio dei settanta, proprio come il successivo eraserhead di david lynch che indicherà proprio la talpa come una delle sue massime ispirazioni.

domenica 25 novembre 2007

Good Songs, Cold Beer, Good Friends, and Tall Tales.

una settimana particolarmente intensa mi ha tenuto lontano dai miei pochi affezzionatissimi lettori, ma eccomi di ritorno ad occuparmi dei crownicles.

e proprio in questi giorni di assenza, è apparsa questa notizia nella quale si riporta l'acquisto on line da parte di un misterioso acquirente italiano della cittadina di albert nel texas.



questa la notizia come è apparsa sul sito di repubblica.it:

ALBERT - La cittadina texana di Albert, in Texas, ha un nuovo proprietario. La sua identità è sconosciuta, si sa soltanto che è italiano. Come sconosciuta, in un certo senso, è anche la città di Albert, in quanto si tratta di una località fantasma. L'offerta era stata messa all'asta su eBay: la piccola e disabitata Albert è stata venduta per circa tre milioni di dollari ad un misterioso imprenditore. La cittadina si trova a circa 100 chilometri da San Antonio e l'attuale proprietario, Bobby Cave, è un agente immobiliare di 47 anni che l'aveva acquistata tre anni e mezzo fa per utilizzarla come luogo di vacanze dove riunire famiglia e amici. Ha deciso ora di disfarsene per dedicarsi a nuovi progetti e per farlo, quale sistema più efficace di eBay? Il signor Cave ha così messo l'insolita proprietà all'asta online e al momento sta aspettando le conferme necessarie sul conto del compratore per poter chiudere definitivamente la trattativa. In ogni caso, qualora dovesse imbattersi in qualche ostacolo, ha dichiarato, Cave avrebbe già "una serie di altre offerte interessanti da prendere in considerazione". La cittadina di Albert è composta da una vecchia scuola, una sala da ballo costruita negli anni Venti, una casa con tre stanze e un frutteto: tutto rigorosamente deserto.


non posso esimermi dall'ammettere di non essere io il misterioso acquirente. e me ne dolgo.



questa la presentazione nella homepage della località

Welcome to historic Albert, Texas.

Located in the beautiful Wine Region of the Texas Hill Country, Albert is a place where music lovers, good friends, family and locals gather for cold beer and live Texas music.

So if you're itchin' to get out of the "big city" and long for a time when life was slow and easy... come out and see us.

We'll be here waitin' for ya.



si vocifera però, di un concerto di howe gelb per festeggiare la riapertura della sala da ballo.


vi terrò aggiornati.

domenica 18 novembre 2007

love is the song we sing

finalmente, da qualche giorno questo oggetto di culto dall'aura nera e psychedelica si aggira per casa: san francisco nuggets



The only thing that doesn't come with this unprecedented, multi-artist 4 CD boxed set crownicling the San Francisco sound of the 1960s is the flowers for your hair! Released to coincide with the 40th anniversary of the psychedelic, free-spirited Summer Of Love - that began just after the historic Monterey Pop Festival in June '67 - LOVE IS THE SONG WE SING: SAN FRANCISCO NUGGETS 1965 - 1970 weighs in at 77 tracks totaling over 4-_ hours of music.

l'ennesimo lussuoso gioiello targato rhino.

The city, and the Bay Area overall, were exploding with spectacular talent, including pre-eminent icons the Grateful Dead, Santana and the Jefferson Airplane as well as countless other acts that brought San Francisco's expansive sonic vibe to national, and ultimately worldwide, prominence. And, just as aspiring hippies and youthful seekers of summer lovin' flocked westward to savor the Golden State's golden age, musical talent from across the country descended on the City by the Bay including Texan Janis Joplin and Chicagoan Steve Miller. They all added to the amazing stash of sounds that remains a cornerstone of contemporary music, and they're all featured here, superstars and lesser known talents alike.

ovviamente un capolavoro di ricerca e completezza, da leggere e ascoltare con goduria infinita.
con una sezione foto paura e delirio da leccarsi i baffi.

The set's four discs explore this musical phenomenon from diverse vantage points for a kaleidoscopic sonic tapestry that is both vintage and timeless.



Disc 1, “Seismic Rumbles,” maps the divergent fault lines separating the tradition pop flavors of the early 1960s from San Francisco's emerging bands that were inspired by the more complex rock and roll of The Beatles and Bob Dylan. Highlights include “Can't Come Down” from Dead precursors The Warlocks, the demo for Quicksilver Messenger Service's “Who Do You Love,” the earliest incarnation of the Airplane on “It's No Secret,” “I Feel Like I'm Fixin' To Die Rag” from Country Joe & The Fish and “Mr. Jones (A Ballad Of A Thin Man)” from a prehistoric Grass Roots ensemble.

jefferson airplane


Disc 2, “Suburbia,” takes a trip to the nearby burgs of Berkeley, Sausalito, Sacramento, and San Jose to explore the garage, folk-rock, and musically-hybrid psychotic reactions to San Francisco's psychedelic stew. Stand-out tracks include Teddy & His Patches “Suzy Creamcheese,” The Chocolate Watchband's “No Way Out,” and Frumious Bandersnatch's “Hearts To Cry.”


count five

Disc 3, “Summer Of Love,” celebrates the myriad riches of that era-defining season, featuring classics from iconic artists including Jefferson Airplane's “White Rabbit,” Santana's “Soul Sacrifice,” the Dead's “The Golden Road,” and Grace Slick and The Great! Society's “Somebody To Love.” Plus Moby Grape's “Omaha,” Blue Cheer's “Summertime Blues,” Sly & The Family Stone's “Underdog,” The Charlatans' “Alabama Bound” and the Steve Miller Band's “Roll With It.”


moby grape

Disc 4, “The Man Can't Bust Our Music,” charts the visionary artistry and mind-blowing evolution of the maturing San Francisco sound - an epic musical wellspring that changed the course of rock and roll and gave birth to freeform FM radio. Stand-out tracks, among the greatest in 20th century rock, include Santana's “Evil Ways,” Janis' “Mercedes Benz,” “White Bird” from It's A Beautiful Day and the Dead's “Dark Star.”


janis joplin and her car

la rilegatura, le foto, le immagini di repertorio, le note e le testimonianze rendono questo librone/cofanetto, un'opera al sicuro da squallide operazioni di downloading

The 4-disc compilation, produced by rock historian Alec Palao, comes in the form of a deluxe hardbound book with 120 pages of sumptuous, rarely seen photos, plus track notes by Palao and essays by Ben Fong- Torres, a writer and editor at Rolling Stone Magazine during its earliest days (and many years after), and music journalist Gene Sculatti, all three with deep roots in the S.F. Bay area.

mercoledì 14 novembre 2007

le tre sepolture

tommy lee jones esordisce alla regia a 60anni.
fa sua la lezione dei maestri: peckinpah eastwood leone ford e confeziona un western moderno lento e rarefatto, nei grandi spazi al confine tra texas e messico. là dove vive ed è cresciuto.


struttura dinamica densa di flashback e flashforward, sceneggiatura solida e talentuosa firmata da guillermo arriaga già noto per quelle di amores perros e 21grammi.
è la storia di una promessa. mantenuta.

Promise me one thing, Pete. If I die over here, carry me back to my family and bury me in my home town. I don't want to be buried on this side among all the fucking billboards.

amicizia, viaggio e vendetta, mentre sullo sfondo trovano spazio contrasti razziali e connivenza.

deserto, soundtrack (merle haggard, hank williams jr) e grandi interpretazioni fanno il resto, completando un quadro sciamanico e grottesco che strappa una nera risata proprio quando meno te lo aspetti.




il film verrà premiato al festival di cannes 2005 con i premi al miglior attore (lo stesso tommy lee jones nei panni del gringo pete perkins) e alla migliore sceneggiatura.

da notare lo splendido cameo di levon helm (the band) nei panni del vecchio cowboy cieco e malandato.



"Oltre che essere un grande western contemporaneo, è prima di tutto 'un film di confine'; il confine mentale e sentimentale in cui si muovono tutti i personaggi, sepolti nella propria desolata esistenza." a. ercolani

domenica 11 novembre 2007

the naked and the dead

è giunto il tempo per miss dunaway di fare la sua mossa.



"Provi sempre una forte impressione quando lo vedi. Non
dal vero come in televisione ma in piedi davanti a te, nella sua forma migliore. Allora il Più Grande Atleta del Mondo rischia di essere il più bell'uomo d'America, e un vocabolario iperbolico rischia di fare la sua comparsa. Le donne emettono un udibile sospiro. Gli uomini abbassano lo sguardo. Si rammentano di nuovo del loro scarso valore. Anche se Ali non avesse mai aperto bocca per far tremare le gelatine dell'opinione pubblica ispirerebbe sempre amore e odio. Poiché Alì è il Principe del cielo: così dice il silenzio che circonda il suo corpo quando egli è luminoso. Quando è depresso, però, la sua pelle prende il colore del caffè con latte acquoso, non con la panna. C'è il verde malaticcio di una mattina depressa nelle torbide lavature della carne. Ha l'aria di uno che non si sente molto bene." the fight



Dopo queste prime righe ti sembra del tutto naturale divorare le altre duecentocinquanta pagine. Anche se di boxe mai te n'è importato prima. Anche se Muhammad Alì è solo un nome di un immaginario collettivo che non ti appartiene più, che senti ormai alle tue spalle. E improvvisamente sei davvero lì a Kinshasa nel 1975, e ti ritrovi irrazionalmente a sperare che George Foreman non vinca, e patisci l'inquietudine insopportabile ed esaltante di chi ancora in quei giorni aspettava l'esito della Sfida.
Questo per me Norman Mailer.


E dietro questo nome, l'intera vita di un ingegnere aeronautico nato nel New Jersey nel 1923. Due premi Pulitzer, soldato nel Pacifico nella Seconda Guerra Mondiale, portavoce della rivolta hippie e padre del New Journalism con Tom Wolfe e Truman Capote, sei mogli (col tentativo- fallito- di accoltellarne una), nove figli e il whiskey e la droga.
E ti senti triste quando vieni a sapere che non potrà ritentare di candidarsi come sindaco di New York.
E ti senti tremendamente incazzata quando lo scopri dalla voce indifferente di Clemente J. Mimun dopo un lungo ed approfondito servizio sul Gatto-che -ruba-le-scarpe-dei-paesani.
Sicuramente Norman Mailer ne avrebbe riso.



"Stiamo parlando dell'economia dell'umore. Forse si tratta dell'unica economia che interviene nel gioco delle forze fra coloro che sono vivi e coloro che sono morti".
the fight

miss dunaway

mercoledì 7 novembre 2007

searching for the wrong eyed jesus


cari affezionati seguaci dei crownicles, oggi vi parlo di un film che non ho visto.
e così per una volta siamo sulla stessa barca.
gironzolavo come un homeless nella rete alla ricerca di un po' di materiale sulla handsome family che domani suonerà dal vivo al bronson.
brett e rennie sparks vivono ad albuquerque in new mexico e sono un po' come dei novelli johnny cash e june carter.
il loro folk è classico, epico e nostalgico e le loro liriche riprendono i temi della tradizione gotica rurale.
arrivano per la prima volta in italia e l'occasione è veramente ghiotta.



così, casualmente, ritrovo la handsome family nel film documentario searching for the wrong-eyed jesus.
jim white ne è il narratore errante a bordo della sua impala bianca del 1970. si avventura nel profondo sud degli stati uniti nel tentativo di afferrarne l'anima.
quell'anima maledetta che continua a generare murder ballads di generazione in generazione.
a tutti gli effetti un road movie.



Roadside prophets across the South tell of those who have been 'Searching for the Wrong-Eyed Jesus,' in a film narrated by Jim White and directed by Andrew Douglas. Crossing through the swampy terrain languidly stretched from Florida to Lousiana, local historians and storytellers like Harry Crews lowlight the South's Gothic charm for the traveler looking to explain the home he left. Alternately told with musicians like The Handsome Family, Johnny Dowd, 16 Horse-Power and David Johansen, Lee Sexton, and flocks of gospel choirs, the film meanders, in Jim White's words, "To find the gold tooth in God's crooked smile".



note:
le performance sono tutte one off takes, registrate in presa diretta e senza overdubs, le potete trovare nella quasi totalità ed interezza tra youtube e il dettagliatissimo e ricchissimo sito ufficiale


un viaggio alt country così nero e decadente potevo immaginarlo solo nei miei sogni più concilianti. ora non resta che procurarmelo, spegnere le luci, aspettare un temporale grigio e ventoso, e spingere play.



"An amazing piece of work. The film essentially follows one man, Jim White, as he deals with both his own and the South's demons... and in the process we are given a musical tour of another planet. Beautiful dark and weird stuff."

~David Byrne

lunedì 5 novembre 2007

prurient. again

ovviamente da quando ho scritto il post su prurient il suo nome non fa altro che tornare continuamente nella mia vita e in quella di tutti voi miei affezionati adepti.
in ogni parte del globo si cita prurient ogni quavolta si abusi del termine noise, e le sue derive concettuali vengono discusse nei più prestigiosi college universitari.

Left: "No Fun Fest" organizer Carlos Giffoni. Right: Prurient's Dominic Fernow. (Photos: Zach Baron)


ieri scarico la posta ancora in uno stato di torpore domenicale e trovo un regalo (?!) in allegato, ma sarebbe più appropriato parlare di un attentato alla mia sanità mentale. l'amico punck che mi omaggia dei shipwreck's diary. che dio ti stramaledica.


sfoglio wire come tutte le sere prima di addormentarmi e il suo nome (prurient) ricorre di continuo fino a giungere alla recensione che chiude definitivamente il cerchio per aprirne infiniti altri come un sasso nello stagno.

adam tied to stone il titolo dell'album e jon dale il geniale recensore che spiega così, dopo averne tessuto le dovute lodi, il senso di dipendenza dal fastidio di certi ascolti.

"it's all about the pleasure of displeasure."

e m'illumino d'immenso.



All new recordings of malaise put to tape 2006 in NYC by Dominick Fernow. Photography by lindsey watkins. Limited to 500 copies on 140gram green marbled vinyl

venerdì 2 novembre 2007

last man standing


Torna John McClane ed è come un cavaliere medievale scaraventato in uno scenario da fantascienza. Un uomo tra alieni. O meglio un alieno tra gli uomini. E a prestargli il suo corpo in carne e ossa è ancora una volta Bruce Willis, segno di un cinema meravigliosamente retrò, cuore pulsante trapiantato in un action movie ammalato di cancro digitale
aldo spiniello - sentieri selvaggi




che mondo è quello che in un giorno festivo (secondo spettacolo) ti vai a vedere l'ultimo episodio della serie die hard (live free or die hard) e ti cacciano in una sala secondaria e con te ci sono la miseria di altre 8 persone.
non è altro che l'ennesimo eloquente segnale di un pianeta allo sbando. solo qualche anno fa avrebbe fatto il pieno al botteghino e sarebbe toccato affrettarsi e fare la fila.
certi film bisognerebbe portarli nelle scuole. ma temo che sia ormai troppo tardi.
ci sono i buoni, ci sono i cattivi, tonnellate di mumbo jumbo e tutte le stronzate del caso. e john mclane è invecchiato, ma ancora una volta li ammazza tutti uno per uno in un susseguirsi di 130 minuti di adrenalina pura, riducendosi come al solito ad una maschera di sangue pur di salvare il mondo. non c'è più la voglia di divertirsi.
sto perdendo le speranze. non che ne abbia mai avute molte.
e per dio non mettetemi le sorti del pianeta nelle mani di al gore.



give me back
john wayne charles bronson clint eastwood e bruce willis