"he was young, handsome, a millionaire, and he'd just pulled off the perfect crime!"

lunedì 15 settembre 2008

infinite jest

david foster wallace 1962 - 2008


to download or not download, è questo il dilemma?!

davvero non credo, e casualmente ieri notte cazzeggiando in rete apprendo del suicidio di david foster wallace, proprio ora che mi sentivo quasi pronto per affrontare la sua opera.
ne ho approfittato per leggere quella illuminante intervista con dave eggers su believer e un po' di note biografiche. è innegabile che l'idea che ci facciamo di qualcuno è attraverso il suo lavoro la sua opera la sua vita pubblica, molto più complesso avventurarsi nel behind the scenes e nell'intimo umano come se in fondo una forma di difesa della privacy esistesse in natura al di là di norme e codicilli, carte di credito e telefonini che ci tengono monitorati tutto il tempo. curioso come spesso si riesca a soffrire in pace, lontano dalla luce dei riflettori fino ad impiccarsi senza che nessuno accorra giusto in tempo per rovinare tutto.
incidentalmente proprio in questi giorni mi sto dedicando a please kill me, il volumone di legs mcneil e gillian mccain che attraverso le testimonianze dei protagonisti ricostruisce quei mitici anni d'oro di ribellione e arte che vanno dalla factory di andy wharol in poi, fino al punk tutto. e si va dritto in vena, niente perifrasi di sorta, la cruda realtà così come la possono ricordare protagonisti e comprimari. e dopo venti pagine sai più cose su lou reed che consultando tutte le biografie a lui dedicate.
così dall'amarezza dell'infinite jest un sorriso prende il sopravvento leggendo queste righe:

david johansen (new york dolls) : Bowie veniva spesso a vederci al Mercer Arts Center. Non avevo mai sentito parlare di lui prima di allora. Ricordo che veniva a salutarci con addosso dei vestiti da donna tutti trapuntati e una volta mi chiese: "Chi ti fa i capelli?" "Johnny Thunders", gli risposi, ed era la verità.

Left to right are:
Arthur Kane, Jerry Nolan, David Johansen, Sylvain Sylvain, and Johnny Thunders

giovedì 11 settembre 2008

wasted time

lo riconosco. mi sono assentato a lungo. ho lasciato queste pagine incustodite nella rete. mi rappresentano.
ultimamente torno a ragionare per sottrazione pensando che non ho ancora così tanta voglia di condividere pensieri. seppur cinici e supponenti.
in questi mesi ho fatto incetta di oggetti ed esperienze. pane per la memoria e memorie per il futuro. ho appena visionato john rambo e me ne vanto.
ma non è di questo che bisogna parlare. fa godere david eugene edwards sulla cover di blow up. fa tenerezza per l'amico morphine l'intervista ad aufgehoben al suo interno.
condivido le parole di stephen robinson interrogato da isidoro bianchi a proposito di downloading. so che art apprezzerà.



ho passato circa tre mesi lavorando esclusivamente sul passaggio da un pezzo all'altro al fine di dare coerenza al nostro disco, e questo vale anche per gli spazi vuoti tra un pezzo e l'altro e per la loro lunghezza, da calcolare in base a quello che termina e quello che inizia. ha un'enorme importanza quanto durano le pause, da cosa nascono e dove approdano, ha esattamente la stessa importanza che hanno le tracce stesse. i download traccia-per-traccia o, peggio, la loro compressione su ipod spazza via come se non esistesse tutto il lavoro fatto, e questo è di certo frustrante. ma quello che conta di più è che il downloading altera la natura stessa del tempo dell'ascolto e la sua fenomenologia, distrugge ogni possibilità di entrare dentro al lavoro come elemento coeso e unitario. un lavoro che E' in quella maniera e in quel contesto o non è. invece che tutto un processo creativo, bello o brutto che sia, hai solo una serie di dati. il contesto che l'album crea è rimpiazzato da quella che, a esser buoni, è solo la colonna sonora di qualcosa d'altro, e questo qualcosa d'altro non è la musica. sentiamo molto, ma raramente ascoltiamo.


e non è nemmeno di questo che volevo parlare, non è da qui che volevo riprendere. ma sono innamorato delle cover, delle note e degli odori. sempre alla ricerca di mondi vecchi e nuovi a bordo di suoni che senza il suo rigido corsetto, l'ultima fatica del giovane micah rimarrebbe di gran classe ma non sarebbe la stessa cosa. ladies and gentlemen, finish the race.