infinite jest
to download or not download, è questo il dilemma?!
davvero non credo, e casualmente ieri notte cazzeggiando in rete apprendo del suicidio di david foster wallace, proprio ora che mi sentivo quasi pronto per affrontare la sua opera.
ne ho approfittato per leggere quella illuminante intervista con dave eggers su believer e un po' di note biografiche. è innegabile che l'idea che ci facciamo di qualcuno è attraverso il suo lavoro la sua opera la sua vita pubblica, molto più complesso avventurarsi nel behind the scenes e nell'intimo umano come se in fondo una forma di difesa della privacy esistesse in natura al di là di norme e codicilli, carte di credito e telefonini che ci tengono monitorati tutto il tempo. curioso come spesso si riesca a soffrire in pace, lontano dalla luce dei riflettori fino ad impiccarsi senza che nessuno accorra giusto in tempo per rovinare tutto.
incidentalmente proprio in questi giorni mi sto dedicando a please kill me, il volumone di legs mcneil e gillian mccain che attraverso le testimonianze dei protagonisti ricostruisce quei mitici anni d'oro di ribellione e arte che vanno dalla factory di andy wharol in poi, fino al punk tutto. e si va dritto in vena, niente perifrasi di sorta, la cruda realtà così come la possono ricordare protagonisti e comprimari. e dopo venti pagine sai più cose su lou reed che consultando tutte le biografie a lui dedicate.
così dall'amarezza dell'infinite jest un sorriso prende il sopravvento leggendo queste righe:
david johansen (new york dolls) : Bowie veniva spesso a vederci al Mercer Arts Center. Non avevo mai sentito parlare di lui prima di allora. Ricordo che veniva a salutarci con addosso dei vestiti da donna tutti trapuntati e una volta mi chiese: "Chi ti fa i capelli?" "Johnny Thunders", gli risposi, ed era la verità.