il solitario di houston
Oggettivamente, non si può pretendere da una persona normale che passa per caso di qui, che sia informata sui fatti e che sappia tutta la storia che c’è dietro a Jandek, la Corwood Industries, le copertine, i dischi, le varie fasi e ora anche i live. inizia così una recensione di antonello comunale su sentireascoltare. precisamente.
ma credo che i miei lettori siano a conoscenza dell'esistenza di jandek le cui apparizioni in pubblico possono essere paragonate per numero a quelle di j.d. salinger o thomas pynchon o thomas crown. altrimenti cliccate qui e non sarà poi così semplice tornare indietro.
file under_ mysterious avant-folk singer/songwriter
sono anche uno dei pochissimi privilegiati ad averlo visto dal vivo (glasgow october 17, 2004) al suo primo concerto europeo dopo quasi trent'anni di carriera, accompagnato da alex neilson alle pelli e richard youngs al basso. c'ero perchè a volte iscriversi a mailing list dedicate all'esoterismo funziona davvero. eravamo david tibet, charlemagne palestine, keiji haino, jandek ed io appunto, sotto la città, nel sottosuolo, mentre ancora più sotto i calamari di cthulhu si agitavano come ossessi. e credo di essere l'unico al mondo a poter raccontare che durante quel concerto paragonabile per importanza solo a roswell 3 luglio 1947 sono andato letteralmente a cagare. da quel giorno jandek è divenuto un'ossessione, seppur marginale tra le altre. possiedo diversi suoi album tra cui quello che riprende quel concerto (glasgow sunday) uscito nel 2006 e inspiegabilmente al venticinquesimo posto tra i records of the year 2008 di wire.
solo oggi a distanza di mesi, mi rendo conto di possedere un cd tributo a Lui dedicato (secondo di una serie di due) e prodotto dalla sotterranea summersteps records al quale partecipano devoti, nomi di illustri (s)conosciuti come jeff tweedy (wilco), okkervil river, six organs of admittance, mountain goats, rivulets, kawabata mokoto (acid mother temple) dirty projectors e in questa notte gelata e sospettosamente malata mi risulta semplicemente bellissimo, nel riuscire a trasformare in affascinanti melodie e noise seducenti, quelli che originariamente erano semplici vagiti di un'anima malata e solitaria.
sarà che non mi sento bene,
ma oggi questa raccolta mi sembra un capolavoro.
3 commenti:
"sarà che non mi sento bene,
ma oggi questa raccolta mi sembra un capolavoro."
Che chiusura, diavolaccio.
le notti insonni portano consiglio
poi per precisare, quando scrivo
"inspiegabilmente al venticinquesimo posto tra i records of the year 2008 di wire." non è una considerazione nel merito, ma riferita al fatto che l'album in questione è uscito due anni fa. strano che quelli di wire non se ne siano accorti.
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