"he was young, handsome, a millionaire, and he'd just pulled off the perfect crime!"

giovedì 11 settembre 2008

wasted time

lo riconosco. mi sono assentato a lungo. ho lasciato queste pagine incustodite nella rete. mi rappresentano.
ultimamente torno a ragionare per sottrazione pensando che non ho ancora così tanta voglia di condividere pensieri. seppur cinici e supponenti.
in questi mesi ho fatto incetta di oggetti ed esperienze. pane per la memoria e memorie per il futuro. ho appena visionato john rambo e me ne vanto.
ma non è di questo che bisogna parlare. fa godere david eugene edwards sulla cover di blow up. fa tenerezza per l'amico morphine l'intervista ad aufgehoben al suo interno.
condivido le parole di stephen robinson interrogato da isidoro bianchi a proposito di downloading. so che art apprezzerà.



ho passato circa tre mesi lavorando esclusivamente sul passaggio da un pezzo all'altro al fine di dare coerenza al nostro disco, e questo vale anche per gli spazi vuoti tra un pezzo e l'altro e per la loro lunghezza, da calcolare in base a quello che termina e quello che inizia. ha un'enorme importanza quanto durano le pause, da cosa nascono e dove approdano, ha esattamente la stessa importanza che hanno le tracce stesse. i download traccia-per-traccia o, peggio, la loro compressione su ipod spazza via come se non esistesse tutto il lavoro fatto, e questo è di certo frustrante. ma quello che conta di più è che il downloading altera la natura stessa del tempo dell'ascolto e la sua fenomenologia, distrugge ogni possibilità di entrare dentro al lavoro come elemento coeso e unitario. un lavoro che E' in quella maniera e in quel contesto o non è. invece che tutto un processo creativo, bello o brutto che sia, hai solo una serie di dati. il contesto che l'album crea è rimpiazzato da quella che, a esser buoni, è solo la colonna sonora di qualcosa d'altro, e questo qualcosa d'altro non è la musica. sentiamo molto, ma raramente ascoltiamo.


e non è nemmeno di questo che volevo parlare, non è da qui che volevo riprendere. ma sono innamorato delle cover, delle note e degli odori. sempre alla ricerca di mondi vecchi e nuovi a bordo di suoni che senza il suo rigido corsetto, l'ultima fatica del giovane micah rimarrebbe di gran classe ma non sarebbe la stessa cosa. ladies and gentlemen, finish the race.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Ben Riemerso Mr Crown.

sulle parole di Mr Robinson non mi soffermo nemmeno, non si sfonda una porta spalancata..

Kekko ha detto...

glorioso il suo ridiscendere in campo, mr.crown. mi è mancato lo stile.

1) john rambo, o fenomenologia de "l'avrebbero stuprata 50 volte e a te avrebbero tagliato quella testa di cazzo". assieme a Rocky Balboa due splendide testimonianze di come il cinema di Sly Stallone sia cosa preziosa.

2) blow up. aufgehoben, di cui non ho letto ancora l'intervista, dice la sua. il pezzo che citi viene tuttavia soppesato e finisce per soccombere nella mia playlist di fronte al pensiero di un artista che amo molto di più di aufgehoben, vale a dire kevin drumm -il quale mi sfila sotto il culo un'idea molto più reazionaria ed inedita, esattamente a metà tra qualunquismo e genio puro -cioè genio puro e basta. ci piace.

3) amo molto il disco la cui cover metti in chiusura post, spero di avere l'occasione di ascoltarlo suonato live dall'autore prima o poi.

mr.crown ha detto...

punck: un vero piacere ritrovarti di vedetta.

kekko: john rambo fa acqua da tutte le parti, ma sono 80minuti di godimento. sangue e mutilazioni più che altro.

robinson analizza un solo aspetto della faccenda, quello tecnico/artistico che detta così possono sembrare due. rimane una testimonianza interessante.
e così sono andato a leggermi l'intervista a kevin drumm ma le sue sono le risposte di chi non ci ha nemmeno mei pensato innegiando a misantropismo e menefreghismo che io traduco in miopia. molto più avvincente l'incalzare di isidoro. fino all'interruzione delle comunicazioni e fuga dell'interlocutore.

micah sembra aver tagliato tutti i ponti con pizza e mandolino ma sono sulle sue tracce.

Anonimo ha detto...

una domanda caro kekko

se da perfetto sconosciuto avesse attuato la strategia di cui parla in quell'intervista, sarebbe diventato kevin drumm?

un bel blogghettino,i dischi in mp3 da scaricare....

mmm resto dubbioso.

quei ragazotti inglesi se avessero attuato la strategia usata per il loro ultimo discco dopo le lprime prove in grage..sarebbero diventati i radiohead?


si si resto dubbioso
;-)

Kekko ha detto...

@mr.crown -naturalmente sono opinioni, e umori. per cui sopra ho messo "nella mia playlist" e quant'altro. e continuo a pensare all'attitudine di Kevin come ad una cosa salutare.

@punck -probabilmente kevin drumm sarebbe comunque diventato kevin drumm, cioè un artista la cui musica bene o male gira nonostante la metà dei suoi dischi faccia schifo. oppure no. i radiohead sicuramente NON sarebbero diventati i radiohead, ma loro sono IL LATO OSCURO, oltre ad aver inaugurato una nuova dialettica web/CD, a mio parere vergognosa, in cui se proprio sei un pezzente puoi scaricare il disco gratis. naturalmente io da non-musicista e non-appassionatodimusica vedo il bene dove può non essercene, ma continuo a considerare molto interessante tutto il discorso di Kevin Drumm, del fatto che non è il formato a peggiorare la qualità della musica quanto l'attitudine, e quant'altro. tipo secondo me i dischi dei radiohead dovrebbero essere vietati dalla legge da molto tempo prima che decidessero di metterli in free-download previa immissione numero carta di credito. da Kid A in poi.

poi ovviamente se parliamo di purezza e quant'altro sono anche d'accordo, e se parliamo del fascino della cover sono molto d'accordo e se parliamo del fatto che preferisco averli originali sono tra il d'accordo e il molto d'accordo. mi dà solo fastidio ergere quel che penso IO ad un discorso complessivo sulla qualità della musica, quando è evidente che la musica sia la musica da prima che esistessero vinile e CD e continuerà ad essere tale anche dopo...

diego ha detto...

ave mr.crown. punto.

non sono riuscito ad entrare in questo tipo di discussioni tempo fa in altri blog, e tuttora fatico. Scusate ma non riesco ad argomentare su problematiche per le quali ognuno può tracciare una conclusione a seconda del proprio senso etico-musicale, per così dire. Qualcuno può avere la propria verità assoluta, io penso che esista una verità meticcia. La mia testimonianza rimane nel solco del I LIKE/DISLIKE: mi piace comprare dischi per le stesse motivazioni di mr.crown, non mi piace scaricare musica perché è molto poco impegnativo. Nondimeno, mi è capitato e mi capiterà di essere peccatore.

mr.crown ha detto...

io credo che la musica popolare sia un patrimonio della comunità, ma allo stesso tempo ritengo tutta la restante (la stragrande maggioranza) un patrimonio artistico di chi la compone che può anche essere libero di condividerla gratuitamente come prospetta kevin drumm (che nel frattempo la vende) ma che allo stesso tempo deve essere altrettanto libero di commercializzarla. su quale formato e in che modi sarà il tempo e l'evoluzione del mercato a sentenziare.
kekko, non credo che quando vai ad una mostra quello che ti piace te lo porti a casa asserendo che l'arte è patrimonio della comunità.

ho riportato il parere di robinson perchè è un'interessante testimonianza di come gli stessi autori vedano poi vanificati i propri sforzi nel creare attraverso la loro musica ed il suo contesto scenari assolutamente unici anche fosse per un solo particolare.

Anonimo ha detto...

Kekko, io parlavo d'altro (stavolta).
Mi riferivo al fatto che l'idea di agire in totale autonomia,senza la selezione/filtro di un'etichetta e ditribuendo la propria musica direttamente in rete via mp3, puo' avere senso per un artista gia' mediamente affermato.
Un esordiente senza santi in paradiso ha la matematica certezza di rimanere tale anche se fosse il piu' geniale artista del globo terracqueo.
Quanti fra i musicisti che adori agiscono cosi'?
Quana roba ascolti con passione proveniente da artsti non legati a nessuna etichetta?

Sento sempre gente che ipotizza questo modo d'operare come il futuro della musica.

Balle.

Il futuro e' gia' alle spalle.

La' fuori, fra i giga di miliardi di paginette myspace ci sono certamnente geni assoluti...cosi' come sulle migliaia di netlabel e pagine web personali..ma nessuno lo scoprira' mai.

Quello che i sostenitori della liberta' di sharing (che va' tradotta in scrocco) immaginano sia la via futura in realta' e' gia' il passato.

E' solo un bel modo per mettere a tacere la coscienza.
Si predica sull'inutilita' dei filtri discografici, ma non si ascolta e conosce nemmeno uno fra i milioni di artisti che gia' operano cosi'.

Si ascolta (a scrocco) solo quello che le etichette propongono,senza preoccuparsi minimamante di chi abbia sborsato i denari neccessari a far si che cio' avvenga.

Ma tanto i Mulini a vento vincono sempre!!

Anonimo ha detto...

avevo scritto una cosa lunghissima, ma tanto alla fine ci si rispetta comunque e si compra comunque un sacco di dischi -chiunque sia intervenuto qui dentro, almeno. rimango dell'idea che i confini della cosa siano molto da ridiscutere e se ne parlerà. rimango anche dell'idea che se fosse solo una questione di malafede del consumatore si potrebbe intervenire -ma proprio non è così.

K

mr.crown ha detto...

punck: forte e chiaro.


siamo una razza di opportunisti sempre pronti a proporre teorie balzane pur di ripulire coscienze già irrimediabilmente corrotte.
che dio ci abbia in gloria.

kekko: grazie per esserti auto-editato