"he was young, handsome, a millionaire, and he'd just pulled off the perfect crime!"

martedì 20 gennaio 2009

city marshall appaloosa

cerco di centellinare le uscite. anche quelle fino al cinema. davvero fatìco a rinunciare all'ozio domestico. ma,


appaloosa lo attendevo da tempo. impaziente. così ho affittato la sala 7 del cinema astoria. la mia preferita. non avevo voglia di vedere estranei tantomeno conoscenti.
proiezione delle 20 di lunedì, mi hanno fatto un buon prezzo.
ho caricato miss dunaway e fatto il pieno di mandorle. la mia ultima passione. (ottime per abbassare i livelli ematici di colesterolo e trigliceridi).

già vedere ed harris che per la parte di virgil cole decide di vestirsi come jandek mette subito di buon umore. sceriffo dai modi bruschi, incorruttibile e senza pietà, accompagnato dal suo fedele vice, everett hitch altrettanto incorruttibile e cinico, dai modi misurati e dal cervello fino. azzardo che viggo mortensen al momento sia davvero il migliore in circolazione.
harris e mortensen si ritrovano dopo essersi annusati sotto lo sguardo compiaciuto di david cronenberg.


appaloosa è western vero uno sguardo alla tradizione e uno alla contemporaneità, la sinossi (tratta dal best seller di robert parker) classica ed essenziale, lo sviluppo mai banale. semplicemente i due arrivano in città per riportare giustizia contro le angherie e i soprusi di randall bragg e dei suoi scagnozzi. jeremy irons impeccabile come da par suo. appaloosa vive di luce propria, di grandi spazi, di tempi perfetti, di battute riuscite, di sguardi che valgono più di fiumi di parole e della giusta dose di violenza. si colloca perfettamente nella mia idea di cinema o di vita che sono poi la stessa cosa. scarno ed essenziale con rare sfumature di grigio, ci sono i buoni i cattivi le donne i cavalli gli indiani e i bounty killers.


si colloca dopo gli spietati oltre la proposta al fianco di non è un paese per vecchi. il parallelo tra ed harris e il tommy lee jones delle tre sepolture può calzare ed è innegabile il tributo a leone peckinpah e walter hill, ma più di tutto ai valori essenziali e allo stesso tempo balordi di un mondo che ci è decisamente sfuggito di mano.
tutto è funzionale ad un progetto di coerenza marziale e ulteriormente valorizzato dalle melodie di jeff beal prepotentemente in scia al duo cave/ellis.

attenzione:
chi avrà il coraggio di non apprezzare questo film può a ragion veduta farla finita col cinema ed essere a buon conto considerato un pericolo per la comunità

6 commenti:

Kekko ha detto...

si stringono i tempi, il film va visto subito insomma... e si spera di farcela. pollock è stata una cosa bellissima e difficilissima.

mr.crown ha detto...

qui è tutto molto semplice.

Morphine ha detto...

grandissimo film. e harris canta pure bene...

Fabio ha detto...

Ma cosi', un po' tanto OT, non e' che Venerdi' scorso attorno all'1 di notte italiana ti sei svegliato con uno strano fischio alle orecchie?

Perche' sulla banchina di East Dulwich, aspettando last train to London, si celebrava il mito di Christopher, che mentre tutti parlano e parlano lui si' che fa qualcosa che restera'. Oh giuro eh.

mr.crown ha detto...

se mi fischiavano le orecchie era per colpa di keiji haino...

PB ha detto...

grandissimo film.
ciao