il gran sole di hiroshima
molto banalmente credo che la musica vada ascoltata, i film visti, i libri letti.
trovo divertente il contraddittorio da bar e non sopporto granchè leggere la critica: sia essa musicale, cinematografica o letteraria.
preferisco chi ha storie da raccontare, storie che partono da un ascolto, una visione, una lettura, un po' come i report tennistici di gianni clerici che a volte li leggi anche se non hai la più pallida idea di chi abbia giocato. in questo senso i blog vanno a coprire certe voragini della carta stampata, e ad aprirne di nuove, non v'è dubbio. leggo fabio e art.
leggo le interviste, quelle vere che non siano la mera routine da ufficio stampa, ma piuttosto delle conversazioni con l'artista. dei confronti alla pari come quello di peter von bagh ed aki kaurismaki. e proprio non sopporto le sequenze testosteroniche di terminologia forbita e teorie tanto alte, quanto improbabili, per riempire il vuoto di una pagina bianca e l'ego di un'anima vuota. lasciatele bianche quelle pagine qualche volta. la masturbazione non è un peccato grave, ma non costringeteci sempre a guardare.
e così quando non ho spunti particolari mi limito alle segnalazioni.
trovo doveroso scrivere del dvd appena uscito dei mono. i giapponesi mono quelli che imprigionano in suite il suono del vento. "the sky remains the same as ever". chi possiede i loro dischi, chi è stato travolto dalle emozioni di un loro concerto riconoscerà qui, quella magia che vorremmo non ci abbandonasse mai. ossessionati dal fungo atomico vivono ogni giorno il dramma del dopo bomba riprodotto dal loro suono fatto di quiete e tempesta. di vuoti sospesi ed esplosioni furiose appunto. mai fuori controllo in osservanza alla tradizionale disciplina orientale. sempre in devoto rispettoso silenzio. il dvd cattura la straniazione la furia la pace le luci le ombre le gru i tramonti l'oceano i deserti il sole la pioggia la neve, i cieli e gli sguardi: quelli dell'audience. sguardi dietro i quali è possibile intuire mondi altri da cui non si vorrebbe far ritorno. mai più.
una parte del video, solo all'apparenza marginale, documenta momenti off stage di mono con gli amici explosions in the sky in visita al parco della pace di hiroshima, al monumento dedicato a sadako sasaki. e prosegue impietoso con alcune immagini di repertorio dell'immediato post bomba.
credo che la differenza tra i mono e gli altri teorici del post rock, sia tutta qui: la loro è una storia vera, quella che per altri è una semplice meta turistica e l'evoluzione di un brufoloso periodo emo. loro praticano il post rock marziale: un rituale che si ripete ad ogni apparizione.
il loro suono domina le emozioni. quello dei mono è un esorcismo di devastante poesia.
Aha enola gay, it shouldnt fade in our dreams away
8 commenti:
Secondo me non è mai banale "ascoltare la musica"...mi è piaciuto moltissimo il tuo post sui mono...
:) ciao
YO
dario: benvenuto in mia casa.
i mono sono i migliori al mondo.
Mi fa enorme piacere essere citato in questo post, grazie. E mille auguri per il 2008 a Mr. Crown e Crownicles.
fabio: grazie.
ho citato il tuo blog proprio perchè è uno di quelli che leggo regolarmente. le tue storie sono piacevoli e le tue parole mai a vanvera.
Anche se un pò in ritardo mi aggiungo ai ringraziamenti di Fabio per la citazione.
Gli auguri e i brindisi il 28 al Bronson dove mi pare di capire ci si vedrà di persona.
secondo il mio amico e sodale chitarristico mirko, tutti i suoni dei gruppi giapponesi rispondono a questa logica:
"prima è tutto sereno, sospeso. poi arriva la bomba. è inutile: ce l'hanno nei cromosomi"
vedo che concordate, tutto sommato
saluti e auguri
gr.
gr: ricambio saluti e auguri.
per quello che riguarda i giapponesi credo che non sia l'unica chiave di lettura quella post atomica, ma di certo una componente determinante.
Loved reading thiss thanks
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